Corenno Plinio – Dervio
Chiesa S. Tommaso di Canterbury a Corenno Plinio vicino al castello
Al suo interno pregevoli affreschi risalenti al periodo Trecento-Cinquento
La chiesa di San Tommaso di Canterbury si trova nel piccolo borgo medievale di Corenno Plinio, nella frazione di Dervio.
Facilmente individuabile in quanto si trova in cima al paese, vicino alla statale, nella piazzetta medievale del borgo e dà il benvenuto insieme al castello di Corenno Plinio, alla cui cinta muraria si appoggia.
Fu costruita alla fine del XII secolo e al suo interno conserva affreschi della scuola gotica comasca.
Arche sepolcrali degli Andreani
Sicuramente resterete colpiti dalle tre arche sepolcrali in stile gotico dei conti Andreani, feudatari del borgo di Corenno Plinio dal 1271.
Due sono addossate ai lati del portale d’ingresso, mentre la terza si trova a sinistra sulle mura del contiguo castello. Sono state realizzate e collocate nella prima metà del Trecento e rappresentano una peculiarità per la zona del Lario.
Caratteristiche dei sarcofagi
Tutti e tre hanno elementi comuni:
- la figura centrale di Cristo:
– Cristo benedicente nella prima
– Cristo morto nelle altre due. - stemma araldico della famiglia Andreani
- basamento del sarcofago costituito dall’alternanza di marmi bianchi e neri
Chiesa S. Tommaso di Canterbury: periodo storico e architettura
Fu costruita alla fine del XII sec. e nel XIV sec. le si addossano le arche sepolcrali dei conti Andreani.
La chiesa di San Tommaso di Canterbury tra Settecento e Ottocento fu oggetto di interventi:
- nel 1703 vennero realizzate due cappelle laterali, una dedicata a san Giuseppe e l’altra dedicata alla Madonna. Quest’ultima è di stile barocco, con altare a colonne tortili in marmo nero di Varenna,
- nel 1711 si eresse l’attuale campanile e si ampliò l’abside,
- tra la fine Settecento e il primo Ottocento si realizzò l’altare.
Di notevole interesse gli affreschi databili tra il XIV e il XVI secolo, che rivelano un curioso apparato iconografico.
Chiesa S. Tommaso di Canterbury: gli affreschi
Affresco “Il Vescovo e i cinque Apostoli”
Entrati nella chiesa, sulla nostra destra, troviamo uno dei più antichi affreschi, conservati nella chiesa di San Tommaso di Canterbury, risalente al Trecento.
Il Santo Vescovo, forse San Tommaso, incorniciato da fregi bicromi a spina di pesce, indossa i tipici paramenti vescovili delle celebrazioni liturgiche: in testa la mitra, nella mano sinistra il pastorale e la mano destra benedicente. Da notare l’elegante ricciolo gemmato e il drappo bianco e rosso che adornano il baculo. Al suo fianco compaiono una serie di Apostoli, inseriti in una cornice dai lati differenti: la banda superiore racchiude in sequenza alternata scudi araldici e rettangoli con una fascia multicolore a strette ondulazioni. Gli scudi araldici potrebbero appartenere ai componenti della famiglia Andreani, feudatari di Corenno Plinio. La banda inferiore è costituita da un fregio dal disegno molto elegante, grazie a gonfi, fogliami e girali fitoformi. Gli Apostoli risultano tra loro simili: tutti reggono in mano un cartiglio, ma il terzo è riconoscibile grazie al pugnale che regge nella propria mano destra, simbolo del suo martirio, ovvero San Bartolomeo.
Affresco “Adorazione dei Magi”
Sulla parete laterale di sinistra, vicino al presbiterio, troviamo il secondo affresco trecentesco raffigurante l’Adorazione dei Magi, incorniciato da una banda superiore ed inferiore, quest’ultima con fregi a fogliame ci rimanda all’affresco del “Vescovo e i cinque Apostoli”.
La Madonna siede su un trono e tra le sue braccia regge il Bambino benedicente, mentre i due Magi offrono i loro doni. Le figure rappresentate rispecchiano il racconto del Vangelo di Matteo, l’unico che descrive questo episodio dell’infanzia di Gesù, senza menzionare il numero dei Magi e non riportando né i loro nomi né definendoli re.
La scena è una splendida fotografia scattata quando la stella di David, raffigurata al centro, si ferma nel luogo dove si trova il Bambino: la Madonna, signorile nel suo mantello blu orlato di ermellino sotto il quale si vede una veste rossa dal collo bianco adornato di pietre preziose, tiene tra le sue mani il Bambino, con una veste bianca impreziosita da bordure, che si erge in piede sulle ginocchia della madre protraendosi verso i Magi con la mano destra in atto di benedizione. I due Magi adoranti raffigurano la ricchezza e la regalità, tipica dell’epoca medievale, con le loro vesti sontuose e un manto rosso foderato di pelliccia di ermellino bianco, classico simbolo del potere. Se guardiamo il personaggio genuflesso davanti al Bambino si nota che con la mano sinistra pone a terra la corona, simbolo di sottomissione del vassallo al suo signore, mentre con la destra porge il suo scrigno a forma di reliquario. Inoltre è lui, il più anziano, come si deduce dalla barba bianca, a prostrarsi al Bambino in forma di devozione.
Nell’affresco non si vede il terzo dei Magi, che presumibilmente è raffigurato nella parte sottostante dell’affresco stesso, oggi purtroppo non visibile.
Affresco “San Cristoforo e San Francesco”
Sulla parete sinistra troviamo un affresco, risalente agli inizi del Quattrocento, suddiviso in riquadri decorati con fasce: a motivi geometrici in verticale, mentre quelle orizzontali presentano modanature parallele.
Nel primo riquadro è raffigurato San Cristoforo, che tiene nella mano sinistra un ramo stilizzato di palma, simbolo del martirio, mentre sulla spalla destra sostiene il Bambino Gesù, che secondo la tradizione il Santo ha aiutato ad attraversare un fiume. Per questo motivo San Cristoforo era invocato come il santo protettore dei viandanti e dei barcaioli. A Varenna è raffigurato sulla facciata della Chiesa di San Giorgio.
Nel riquadro a destra è rappresentata la scena del miracolo di San Francesco che riceve le stimmate sul monte della Verna. Il Santo è in ginocchio e da una figura nell’angolo destro in alto si vedono provenire i raggi divini indirizzati verso le piaghe delle mani, di un piede e del costato. La figura potrebbe essere il Cristo avvolto da tre coppie di ali piumate, che richiamano alla rappresentazione di un angelo serafino.
Affresco “Supplizio di Santa Apollonia e San Gottardo”
Sulla parete laterale di destra, vicino al presbiterio e di fronte all’affresco “Adorazione dei Magi” troviamo l’affresco quattrocentesco che raffigura il supplizio di Santa Apollonia alla quale vengono cavati i denti con una tenaglia. Alla sua destra Santo Vescovo Gottardo.
Santa Apollonia, con una lunga veste rossa decorata di stelle, è rappresentata distesa su una tavola di legno leggermente inclinata, alla quale è legata da una grossa fune. Gli occhi rivolti al cielo, le mani giunte in segno di preghiera e sopra il suo capo dall’angolo sinistro dell’affresco spunta la mano benedicente di Dio. Ad infliggere il supplizio alla Santa un nano malefico che stringe tra le mani una tenaglia, nell’atto dei strapparle i denti. Nella sua cinta un piccola mazza e nella scollatura della veste un arpione. Nell’iconografi cristiana era consueto rappresentare gli uomini malvagi bassi di statura.
A destra in piedi si vede San Gottardo che guarda compassionevolmente la Santa e rappresentato con i paramenti liturgici vescovili: la mitra sul capo, il pallio ornato di croci nere e nelle mani rispettivamente il pastorale e un grosso volume. Durante il Medioevo fu considerato un grande pedagogo e architetto. Dalle nostri parti, specialmente in questa zona del lago di Como, San Gottardo veniva invocato per scongiurare la grandine e altri flagelli naturali.
L’affresco è incorniciato superiormente da un fregio e per il resto del perimetro da una fascia monocroma. I due Santi sono espressamente indicati con il proprio nome.
Affresco “Madonna in trono tra San Rocco e San Sebastiano”
L’affresco, risalente al Cinquecento, si trova nella nicchia contigua all’affresco del supplizio di Santa Apollonia e San Gottardo.
Frontalmente è impreziosito da finte colonne marmorizzate che sorreggono la trabeazione su cui è presente un cartiglio che recita “Sigismondo Andrianus, medico (fisicus) eresse questo nell’anno 1538” e sopra un fregio con due puttini che tengono un tondo con lo stemma della famiglia Andreani, raffigurante un leone rampante dorato verso sinistra, castello d’argento e pali rossi e blu. Le pareti interne sono anch’esse decorate e centro sono visibili i volti cherubini.
La Madonna è assisa sul trono e tiene sulle ginocchia il Bambino Gesù benedicente. Nella parte superiore dell’affresco coppie di angeli rendono ancora più solenne la scena: in alto tengono nelle mani un grande drappo che funge da sfondo, altri due inginocchiati, poco sotto, reggono la corona sopra il capo della Madonna e più esternamente altri due sono in ginocchio con le mani giunte in segno di preghiera. A chiudere come in un grande triangolo, un angelo suona uno strumento a corde ai piedi della Vergine.
Ai lati di Maria si vedono rispettivamente San Rocco a sinistra e San Sebastiano a destra. San Rocco porta sul petto l’immagine del volto di Gesù, asciugato dalla Veronica durante la Passione, e le conchiglie di Santiago di Compostela, simbolo dei pellegrini di cui è il protettore. San Sebastiano, protettore contro le epidemie e le pesti, è rappresentato nudo con le frecce conficcato nel petto, nel ventre e in una gamba.
Il volto di San Rocco potrebbe essere quello del committente.
La chiesa di San Tommaso di Canterbury: dove si trova?
Piazza Garibaldi – 23824 Corenno Plinio Dervio LC
Articolo aggiornato il 3 Ottobre 2023 da eccoLecco