I Promessi Sposi
Riassunto Capitolo 3
informate le comari che il matrimonio è rimandato – vedi riassunto capitolo 2 Promessi Sposi – mentre Renzo informa Agnese dell’accaduto, Lucia entra nella stanza e “con voce rotta dal pianto” racconta come nei giorni precedenti, di ritorno dalla filanda, era stata avvicinata da donRodrigo che ha scommesso con “quell’altro signore” – il conte Attilio – che lei sarebbe stata sua.
Lucia dice di aver informato subito di tutto “padre Cristoforo, in confessione” e prosegue dicendo che il religioso le ha suggerito “d’affrettar le nozze” e nel mentre di stare “rinchiusa” e poi le sue parole vengono “troncate da un violento scoppio di pianto“. Renzo ha un moto di rabbia, ma Lucia lo calma ed Agnese suggerisce una possibile soluzione: Renzo deve recarsi dal “dottor Azzecca-garbugli“, uomo di legge, e raccontargli tutto, ma non può farlo andando a mani vuote così gli suggerisce di portare con sé quattro capponi.
Renzo si reca presso lo studio dell’avvocato e lascia i capponi alla serva, che lo fa accomodare nello studio dell’avvocato: “uno stanzone” con i ritratti degli imperatori romani alle pareti, scaffali pieni di “libri vecchi e polverosi” e un tavolo pieno di documenti. Il dottor Azzecca-garbugli indossa la “toga ormai consunta” e chiede a Renzo “il fatto come sta” poi inizia a leggere diversi testi, o meglio come dice egli stesso “grida fresca“. Renzo è attento e segue l’avvocato, quanto quest’ultimo gli chiede perché si fosse “fatto tagliare il ciuffo“, scambiandolo per un bravo.
Renzo nega ovviamente ma l’avvocato non gli crede e gli dice di fidarsi di lui altrimenti -“non facciam niente” ed lo incalza – “dovete nominarmi la persona da cui avete avuto il mandato” – e ancora – “dovete dirmi chi sia l’offeso…perché, vedete, a saper bene maneggiare le gride, nessuno è reo, e nessuno è innocente. –
Nasce un tremendo “equivoco” tra i due, quando Renzo spiega bene il fatto, fintanto che l’avvocato si infuria e lo spinge “con le mani verso l’uscio” dicendogli di andarsene ed ordinando alla sua donna di restituire i capponi al giovane.
Renzo riprende le “quattro povere bestie” e ritorna “al paese, a raccontare alle donne il bel costrutto della sua spedizione“.
Nel mentre Lucia ed Agnese si consultano nuovamente sul da farsi e decidono di chiedere aiuto a padre Cristoforo. In quel momento bussa all’uscio fra Galdino, “un laico cercatore cappuccino“, in cerca di noci per il convento di Pescarenico, dove vive lo stesso padre Cristoforo. La bisaccia del frate è quasi vuota. Mentre Lucia va a prendere le noci, il frate chiede ragioni del mancato matrimonio ad Agnese, ma prontamente Lucia porta il discorso sulla carestia di noci e racconta un miracolo avvenuto in un “convento di Romagna“.
Al termine del racconto Lucia ricompare “col grembiule così carico di noci” , che lo regge “a fatica, tenendone le due cocche in alto, con le braccia tese ed allungate“. Fra Galdino la ringrazia ampiamente e Lucia gli chiede di informare padre Cristoforo di venire presto a casa loro perché loro non possono andare alla chiesa ma hanno “una gran premura di parlargli“. Il frate se ne torna al convento “un po’ più curvo e più contento, di quel che fosse venuto“.
Manzoni ora, con un excursus, ci delinea brevemente la figura di padre Cristoforo – “nessun si pensi che quel Cristoforo fosse un frate di dozzina, una cosa da strapazzo. Era anzi un uomo di molta autorità, presso i suoi, e in tutto il contorno” – dicendoci che è un uomo di molta autorità.
Renzo ritorna dalle donne e le informa del pessimo risultato dell’incontro con l’Azzecca-garbugli, tanto che rivolgendosi ad Agnese dice – “Bel parere che m’avete dato!” ed inizia un battibecco tra i due, calmato dall’intervento di Lucia che annuncia la speranza “d’aver trovato un aiuto migliore“.
Renzo, con il suo carattere fumantino, dice che “se il padre…non (ci) trova un ripiego” sarà lui stesso a trovarlo “in un modo o nell’altro“.
Le donne gli consigliano “la pace, la pazienza, la prudenza” e poi tutti si accomiatano augurandosi “buona notte” e Renzo se ne va “col cuore in tempesta, ripetendo sempre quelle strane parole: – a questo mondo c’è giustizia, finalmente! –“.
Articolo aggiornato il 9 Giugno 2022 da eccoLecco