Spettacolare fotografia di Lecco scattata dal Manzoni con armoniosa dovizia di particolari
“Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno…”
Ecco come iniziano I Promessi Sposi
Basta pronunciare queste poche parole che subito si capisce che stiamo parlando dei Promessi Sposi: il capolavoro letterario di Alessandro Manzoni.
E’ l’incipit del romanzo, la frase iniziale, nel quale lo scrittore scatta in parole una splendida fotografia di Lecco e del territorio circostante. Sembra quasi che lo scrittore l’abbia vista dal lago e poi dall’alto, una descrizione davvero perfetta e connotante di quello che era Lecco ai suoi tempi, nell’Ottocento e del quale restano ancora tutti quei tratti naturalistici che ancora contraddistinguono la città di Lecco: tra lago e montagne.
Descrizione geografica e paesaggistica di Lecco
Manzoni delinea con precisione la conformazione naturale di Lecco:
- un lago “tutto a seni e golfi”
- due monti che proteggono la città: il San Martino e il Resegone con i “molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega“
- i tre torrenti che tagliano Lecco dall’alto quasi in parti uguali: da nord a sud il Gerenzone, il Caldone e il Bione, la cui foce è il luogo dell'”Addio monti sorgenti dall’acque“
- il fiume Adda, le cui rive proprio a Lecco sono congiunte dal ponte Azzone Visconti.
Tutto intorno pendii, poggi, campi e vigne con casali e ville e boschi che abbracciano la montagna.
Una spettacolare immagine di Lecco, di cui Manzoni disse: “un paese che chiamerei uno dei più belli al mondo!”
E’ questo lo scenario paesaggistico e naturale che il piccolo Manzoni ha scoperto e ha vissuto fino alla sua adolescenza, soggiornando a Villa Manzoni insieme al padre Pietro.
E proprio questo territorio è il contesto ambientale dove vivono e si muovono i personaggi dei Promessi Sposi, e in particolare i due protagonisti: Lucia Mondella e Renzo Tramaglino.
Come iniziano I Promessi Sposi? Ecco il testo iniziale del romanzo
Cap.I
Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un’ampia costiera dall’altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all’occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l’Adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l’acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni. La costiera,formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l’uno detto di san Martino, l’altro, con voce lombarda, il Resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talché non è chi, al primo vederlo, purché sia di fronte, come per esempio di su le mura di Milano che guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune. Per un buon pezzo, la costa sale con un pendii lento e continuo; poi si rompe in poggi e in valloncelli, in erte e in ispianate,secondo l’ossatura de’ due monti, e il lavoro dell’acque. Il lembo estremo, tagliato dalle foci de’ torrenti, è quasi tutto ghiaia e ciottoloni; il resto, campi e vigne, sparse di terre, di ville, di casali; in qualche parte boschi, che si prolungano su per la montagna.
Immagine di copertina: bozza illustrazione per l’edizione dei Promessi Sposi del 1840, Biblioteca Braidense
Immagine di copertina: © eccoLecco
Articolo aggiornato il 8 Giugno 2022 da eccoLecco