Il Lariosauro
Tra mito e leggenda ecco la vera storia del mostro del Lago di Como
Come per il lago di Ness in Scozia, anche il lago di Como cela misteri antichi e leggende affascinanti.
Tra questi spicca la presenza di una creatura marina misteriosa, che ricorda il famoso Nessie. In questo articolo, esploreremo sia le storie di fantasia e i presunti avvistamenti, ma soprattutto vogliamo farvi conoscere la vera storia del Lariosauro.
Scopri la visita d’istruzione ACQUA E PIETRA: esplorando Lecco tra geologia e leggende“Contemplando è bello trasportare il pensiero all’epoca in cui visse. In quel mare ristretto dalle spiagge lagunose, siffatti animaloni parevano signorotti nei loro dominii. Saranno stati invero, lo spavento di graziosi pesciolini che guizzavano in quelle acque, e dei cefalopodi che tranquillamente nuotavano alla superficie, godendosi il silenzio di quelle incantate solitudini”.
Mario Cermenati
Il Lariosauro: periodo geologico
Questo antenato dei dinosauri visse:
- 245-235 milioni di anni fa circa
- nel periodo chiamato Triassico medio
Possiamo quindi affermare che il Lariosauro sia il “nonno” dei più grandi dinosauri che vissero nell’era successiva del Giurassico, probabilmente uno degli antenati dei feroci plesiosauri.
Circa 250 milioni di anni fa non solo il Lago di Como, ma nemmeno l’Italia esistevano (si formeranno solo 200 milioni di anni dopo), tutte le terre emerse del pianeta erano riunite in un unico grande supercontinente, la Pangea, circondata da un immenso oceano chiamato Panthalassa. Al tempo stesso l’attività vulcanica aumentò, segno che il super continente era soggetto a enormi forze di distorsione che a est provocarono un inizio di rottura e fu così che la Pangea fu invasa lentamente dal Mar di Tetide.
È proprio durante questa trasformazione geologica che apparve il Lariosauro.
Lariosauro: ambiente
Durante il periodo del Triassico medio, le montagne che vediamo oggi erano in gran parte coperte dalle acque del Mar di Tetide.
Da queste acque emergevano piccole isole e numerosi vulcani attivi. Le coste si estendevano in ampie pianure che venivano periodicamente sommerse dalla marea.
Era un mare tropicale caldo, popolato da un enorme numero di specie di pesci, molluschi, conchiglie e crostacei. Questo mare sconfinato e l’abbondanza di prede divenne l’ambiente ideale per lo sviluppo e la diversificazione dei rettili marini che continuarono ad evolversi per 100 milioni di anni.
Le specie più diffuse furono i Placodonti e i Notosauri ed è a questa ultima famiglia che appartiene il Lariosauro che grazie alla sua grande capacità di adattamento sopravvisse lungo tutto il Triassico, un record che possono vantare davvero poche specie.
Lariosauro: com’era?
Appartenente alla famiglia dei Notosauri, il Lariosauro era un predatore che in età adulta raggiungeva una lunghezza di circa 1,30 m.
Come tutti i rettili, respirava coi polmoni, però si era adattato a vivere in acqua, infatti le zampe anteriori si erano trasformate in strutture simili a pinne, mentre quelle posteriori avevano conservato l’originale struttura con cinque dita, forse palmate.
Una lunga coda mobile, un corpo affusolato e un collo abbastanza lungo lo rendevano un abile nuotatore, mentre i numerosi e lunghi denti a tagliola, un temibile predatore.
Qualche scienziato ritiene che fossero ovovipari, cioè che le femmine non deponessero le uova, ma le lasciassero schiudere all’interno dei loro corpi, facendo nascere i piccoli direttamente in mare.
La scoperta del Lariosauro
Oggi possiamo descrivere il Lariosauro grazie ai resti fossilizzati ritrovati in diverse parti del mondo, dall’Europa all’Estremo Oriente.
Le prime notizie certe relativa a questo rettile le troviamo grazie al paleontologo milanese Giuseppe Balsamo Crivelli, che nel 1839 pubblicò un articolo sulla rivista Politecnico di Milano, in cui si dava notizia del ritrovamento di un fossile in una cava a Perledo “sopra Varenna, sul Lago di Como“, di un animale fino ad allora sconosciuto.
Trascorsero 17 anni prima che il paleontologo, Giulio Curioni, conferisse una maggiore validità alla scoperta.
Quel fossile era così eccezionale che Curioni si trovò costretto a coniare un nome completamente nuovo. Trovò ispirazione nell’antico nome del lago di Como, il Lario e, desiderando rendere omaggio allo scienziato che lo aveva scoperto per primol, nel 1847 lo chiamò: Lariosaurus Balsami.
Attualmente esemplari fossili del Lariosauro sono presenti nelle collezioni del Musei di Storia Naturale di Lecco.
Lariosauro tra storie e leggende
Negli anni passati, c’erano molte storie e leggende riguardo al Lariosauro che si diceva abitasse nel lago di Como. La creatura marina, infatti, sembra essere stata oggetto di numerosi presunti avvistamenti:
- 18 novembre 1946 / il giornale “Corriere Comasco” pubblica un enigmatico articolo intitolato: “La terrificante avventura di due cacciatori – lo scontro mortale a colpi di fucile contro la creatura crestata che si è tuffata nelle acque del lago!“.
L’articolo racconta la storia di due uomini che, durante una battuta di caccia, videro nelle acque una misteriosa creatura di colore rosso-bruno, lunga tra 2-3 metri. Presi dal terrore, decisero di sparare in modo frenetico, costringendo la creatura a ritirarsi e immergersi nuovamente nelle profondità del lago. - 1954 / alcuni pescatori riportarono di aver avvistato uno strano animale che nuotava nelle acque di fronte ad Argegno, misurando circa ottanta centimetri, con un muso e una parte posteriore del corpo arrotondati e zampe palmate.
- 1957 / l’avvistamento di una creatura mostruosa tra Dongo e Musso fu persino confermato da alcuni biologi che si immergessero nel lago con una batisfera, testimoniando la presenza di uno strano animale con una testa allungata simile a quella di un coccodrillo.
- 2003 / ultimo avvistamento quando alcuni pescatori riferirono di aver visto, nel ramo lecchese del Lago di Como, un animale acquatico lungo circa 10 metri, simile a un’anguilla.
Chiaramente non c’è mai stata evidenza scientifica a conferma di queste storie, e come ci spiega nei suoi libri e nelle sue interviste uno dei massimi esperti Giancarlo Colombo, il Lariosauro non può oggi esistere dal punto di vista scientifico per motivi di incompatibilità geologia e biologica.
Infatti la formazione del Lago di Como è molto più recente, risale all’era della post glaciazione, avvenuta un milione e ottocentomila anni fa, mentre il Lariosauro visse nel Triassico medio almeno 230 milioni di anni fa. Il secondo motivo, è l’incompatibilità biologica, perché una specie non può vivere inalterata per centinaia di milioni di anni, tranne in rarissime eccezioni.
Tuttavia, i racconti fantastici e leggendari, tramandati dalle generazioni precedenti fanno parte del nostro patrimonio culturale e meritano di essere ricordati.
Il Lariosauro nella letteratura
Il Lariosauro è così famoso che è diventato persino un personaggio di fumetti! Compare in una storia di Topolino: “Paperino e il terrore di Golasecca” scritta nel 1946 da un famoso autore e disegnatore di nome Carl Barks. Nella storia, Paperino e i suoi nipotini si trovano ad affrontare l’avvistamento uno spaventoso serpente marino sul Lago di Como.
La leggenda del Lariosauro ha ispirato anche cantanti e scrittori che hanno creato canzoni e racconti su di lui. C’è una canzone molto famosa chiamata “El Mustru” scritta da un cantautore lombardo Davide Van De Sfroos.
Infine lo scrittore Carlo Lucarelli, ricostruisce la misteriosa storia del Lariosauro in una delle “Storie strane“, libro pubblicato nel 2013.
Anche se il Lariosauro è un animale estinto, la sua storia e la sua leggenda continuano ad affascinare grandi e piccini.
E chissà, forse un giorno, mentre passeggi sulle rive del Lago di Como, potresti avere la fortuna di incontrare una creatura misteriosa e magica come il Lariosauro, anche solo con la fantasia!
Immagine di copertina © eccoLecco
Articolo aggiornato il 10 Giugno 2023 da eccoLecco