Lecco
San Nicolò o San Nicola
La storia del patrono di Lecco
San Nicolò è il patrono di Lecco e a lui è stata dedicata l’omonima Basilica cittadina e troviamo una statua a lui dedicata direttamente nel lago nella zona di Punta Maddalena.
Noi che a Lecco siamo nate e cresciute lo sappiamo bene che San Nicolò è il patrono della nostra città.
Crediamo sia una di quelle informazioni legate al tuo territorio che memorizzi benissimo, poiché il 6 dicembre si sta a casa da scuola.
Detto questo pensiamo che pochi sappiano però bene da dove arriva e chi sia San Nicolò e perché nel giorno della sua ricorrenza i bambini ricevono le mele in dono.
Scopriamolo insieme allora!
Chi è San Nicolò?
Questo Santo, venerato dalla Chiesa Cattolica ed Ortodossa, è conosciuto in tanti modi, ma alla fine è sempre lui, anche se si chiama San Nicola di Bari o San Nicola di Myra.
E la cosa sorprendente, siamo certe che vi lascerà un pò di stupore, è che proprio lui ha dato vita alla figura conosciuta in tutto il mondo del signore vestito di rosso con la barba bianca che arriva a Natale. Ebbene sì… Santa Claus, che noi conosciamo come Babbo Natale.
Dove e quando nasce San Nicolò?
San Nicola nasce nella città di Patara in Asia Minore, l’attuale Turchia, attorno al 260 d.C., da genitori che lo educano sin da piccolo alla lettura delle Sante Scritture. Cresce in un clima virtuoso e quando purtroppo ancora giovane perde i genitori, decide di devolvere l’eredità per opere caritatevoli.
Si ricorda di un padre che aveva tre fanciulle da sposare, ma non avesse i mezzi per farlo. Appena Nicola venne a sapere che le tre figliole sarebbero state destinate ad una vita poco onorevole per recuperare il denaro necessario, un giorno di notte, tramite la finestra di casa, lasciò un panno pieno di monete d’oro in casa dell’uomo e la figlia maggiore così si sposò. Lo stesso gesto Nicola lo ripete anche per le altre due figlie e così la sua fama di uomo di carità e benevolenza inizia a diffondersi in paese, a Myra dove abitava.
San Nicolò vescovo: la storia
Era il 300 d.C. quando Nicola diventò Vescovo di Myra. Il Cristianesimo ancora non era legalizzato nell’Impero Romano d’Oriente e così Nicola fu nominato vescovo in una domus ecclesiae, casa della comunità, ovvero case di aristocratici che avevano abbracciato la religione cristiana.
E come avvenne l’elezione?
Era morto il vescovo di Myra e tutti i vescovi del circondario si erano riuniti in una domus per decidere chi eleggere. Durante la notte, uno di loro in sogno ebbe una rivelazione, ovvero avrebbero dovuto eleggere il primo giovane che all’indomani avesse varcato la soglia della casa. E così successe: il giovane Nicola la mattina seguente varcò proprio per primo la porta della domus e divenne il Vescovo di Myra. Da qui San Nicola di Myra.
La persecuzione di Diocleziano e il Concilio di Nicea
Fonti storiche ci dicono che nel 303 d.C. l’imperatore Diocleziano decise di perseguitare i cristiani e anche Nicola subì questa persecuzione e venne incarcerato.
Ma invece che abbattersi, come scrive il Metafraste nel 980 d.C., Nicola reagì incoraggiando i cristiani a resistere nella fede.
Altri storici, come il bizantino Niceforo Callisto, ci mostra Nicola con i segni del martirio e delle torture.
Sotto la guida di Costantino, la situazione dei cristiani migliorò notevolmente. Infatti il 23 giugno dell’anno 318 fu emanato un editto che concedeva ai condannati dalle persecuzioni di presentare appello al vescovo.
Ma questo editto scatenò una polemica all’interno della chiesa in merito alla figura della Trinità e Ario, prete della chiesa di Alessandria, scatenò il scisma. (Non ci dilunghiamo qui a raccontare in merito alle diverse dottrine).
Per risolvere la questione l’imperatore convocò il Concilio di Nicea nel 325 d.C., il primo concilio ecumenico del mondo cristiano, al quale partecipò anche Nicola, che si battè fortemente contro l’arianesimo.
Perché San Nicola di Bari?
Non vi è certezza in merito alla data di morte, ma è da ritenersi intorno al 355 d.C.
Le spoglie del vescovo furono tumulate nella Cattedrale di Myra e restarono lì fino a quando Myra cade in mano dei saraceni.
Nel 1087 una spedizione navale partì da Bari per riportare in terra cristiana le reliquie. Era il 9 maggio quando metà delle spoglie del Santo arrivarono a Bari, che ancora le custodisce.
Meno risaputo e conosciuto che anche gli antagonisti commerciali di Bari, la Serenissima Repubblica di Venezia, fece una spedizione a Myra e recuperò altre osse del Santo, che si trovano custodite alla Chiesa a lui dedicata a Venezia, la chiesa di San Nicolò Lido.
Ma a Lecco ci sono reliquie di San Nicolò?
La Basilica di Lecco ospita come reliquia del Santo la Manna di San Nicolò.
Vi chiederete cosa sia, così come ce lo siamo chieste noi. E ve lo diciamo subito: la manna di San Nicolò è un liquido purissimo nel quale galleggiavano le spoglie del santo quando i marinai baresi trovarono la sua tomba.
Info e numeri
- Scultore: Giuseppe Mozzanica
- Inaugurazione: 1955
- Altezza: 2,10 m
- Peso: 2 q
- Distanza dalla riva: 28 m
- Rivestimento di lame dorate
La statua venne donata dai parrocchiani della Basilica di Lecco al prevosto Mons. Giovanni Borsieri, che celebrava il 25° della presenza pastorale a Lecco.
San Nicolò si trova frontalmente al monumento dedicato ad Antonio Stoppani ed in prossimità della foce del torrente Gerenzone.
Si ritiene che quello fosse il molo del porto di Lecco, dove numerose barche approdavano nei giorni di mercato.
Immagine di copertina © eccoLecco
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Articolo aggiornato il 8 Giugno 2022 da eccoLecco
Perchè il 6 dicembre i bambini ricevono le mele di San Nicolò?
E’ tradizione per tutti i bambini lecchesi ricevere in dono le mele di San Nicolò: grandi e rosse, raffiguranti il Santo con la barba bianca e la mitra, come copricapo.
Perchè le mele?
Tra le diverse leggende che si narrano, si dice che Nicola avesse donato a tre bambini poveri ed affamati una mela ciascuno. Durante la notte queste mele diventarono mele d’oro.
Ecco come nasce questa tradizione che in ognuno di noi evoca ricordi.