Quando il rischio è vita. Carlo Mauri: alpinista, esploratore
Carlo Mauri: animo di esploratore e grande alpinista
Primo paziente italiano del Prof. Ilizarov
Carlo Mauri (Lecco, 25 marzo 1930 – Lecco, 31 maggio 1982) è un grande alpinista di Lecco annoverato nell’olimpo dell’alpinismo mondiale. Una persona umile e schiva, che amava la montagna definendola maestra della sopportazione, infatti diceva che da lei ha imparato a sopportare e soffrire “il freddo, la fame, la tremenda pazienza degli interminabili bivacchi”.
Montagna che lo ha visto protagonista di scalate leggendarie con il gruppo dei Ragni, di cui fu uno dei fondatori, e con altri due grandi della storia dell’alpinismo: il lecchese e suo maestro Riccardo Cassin e Walter Bonatti.
Carlo Mauri esploratore
Ma il suo spirito di amante della natura si riflette nel suo animo di esploratore, che lo porta in Patagonia, in Amazzonia, fra gli aborigeni della Nuova Guinea, nei ghiacci perenni del Polo Sud e l’anno successivo al Polo Nord per il primo censimento degli orsi bianchi. Indimenticabili le due avventurose spedizioni con Thor Heyerdahl sull’imbarcazione costruita in papiro, Ra1 e Ra2, che negli anni Settanta attraversa dapprima l’Oceano Atlantico. Voleva essere la dimostrazione che già in epoche antiche le popolazioni del Mediterraneo erano in grado di attraversare l’Oceano Atlantico.
Non poteva mancare di ripercorrere l’esperienza di Marco Polo, così nel 1972 Carlo Mauri ripercorre a cavallo la via della Seta, ma il viaggio fu interrotto al confine con la Cina per volere delle autorità cinesi.
Carlo Mauri e il metodo Ilizarov
Svariati anche i viaggi in Russia che gli fecero conoscere il medico russo Gavril Abramovič Ilizarov, che operò la sua gamba fratturata divenuta più corta. Fu il primo italiano a farsi operare e grazie a lui l’Italia e l’Europa hanno appreso la tecnica chirurgica per allungare le ossa, conosciuta come metodo Ilizarov.
Esplorazioni avventurose che sempre avevano anche un risvolto umano e riflessivo sui diversi mondi che incontrava e abbracciava. Ci piace ricordarlo con questa sua frase, pronunciata a New York davanti al presidente delle Nazioni Unite che ricevette l’equipaggio del Ra: “Abbiamo dimostrato che con il papiro si può navigare nell’Oceano. Ma il più significativo successo del nostro viaggio deriva dall’avere dimostrato come uomini di differente lingua, religione, razza siano diventati compagni”. Una considerazione che oggi è più che mai attuale.
Walter Bonatti ed il fratello di Carlo Mauri, Ezio, raccontano dell’incidente sugli sci che condizionerà la carriera alpinistica dell’esploratore
Articolo aggiornato il 8 Giugno 2022 da eccoLecco