Spettacolare fotografia di Lecco scattata dal Manzoni con armoniosa dovizia di particolari
Il Lazzaretto a Milano
Il Lazzaretto di Milano oggigiorno non esiste più, è rimasta solo una piccola porzione, in via San Gregoria, che è sede di una chiesa ortodossa russa.
Ma il Lazzaretto ci viene bene descritto da Alessandro Manzoni nel capitolo 28 dei Promessi Sposi ed esistono diverse mappe e foto che ci fanno capire come era quando era integro.
- edificio quasi quadrato / dimensioni cm 378 x 370 (lunghezza per larghezza)
- inizio costruzione: 1489
- funzione: ricovero per malati di peste
- nel centro del quadrilatero una piccola chiesa ottangolare, allora con portico aperto, poi chiuso, attualmente esistente: Chiesa di San Carlo al Lazzaretto, quartiere di Porta Venezia
- numero di stanze: inizialmente 288, poi qualcuna meno con le aperture effettuate
- ogni cella con un camino ed una finestra (facilmente visibile dalle foto)
Ecco come ce lo descrive Manzoni nel romanzo:
Il lazzeretto di Milano (se, per caso, questa storia capitasse nelle mani di qualcheduno che non lo conoscesse, nè di vista nè per descrizione) è un recinto quadrilatero e quasi quadrato, fuori della città, a sinistra della porta detta orientale, distante dalle mura lo spazio della fossa, d’una strada di circonvallazione, e d’una gora che gira il recinto medesimo. I due lati maggiori son lunghi a un di presso cinquecento passi; gli altri due, forse quindici meno; tutti, dalla parte esterna, son divisi in piccole stanze d’un piano solo; di dentro gira intorno a tre di essi un portico continuo a volta, sostenuto da piccole e magre colonne.
Le stanzine eran dugent’ottantotto, o giù di lì: a’ nostri giorni, una grande apertura fatta nel mezzo, e una piccola, in un canto della facciata del lato che costeggia la strada maestra, ne hanno portate via non so quante. Al tempo della nostra storia, non c’eran che due entrature; una nel mezzo del lato che guarda le mura della città, l’altra di rimpetto, nell’opposto. Nel centro dello spazio interno, c’era, e c’è tutt’ora, una piccola chiesa ottangolare.
La prima destinazione di tutto l’edifizio, cominciato nell’anno 1489, co’ danari d’un lascito privato, continuato poi con quelli del pubblico e d’altri testatori e donatori, fu, come l’accenna il nome stesso, di ricoverarvi, all’occorrenza, gli ammalati di peste; la quale, già molto prima di quell’epoca, era solita, e lo fu per molto tempo dopo, a comparire quelle due, quattro, sei, otto volte per secolo, ora in questo, ora in quel paese d’Europa, prendendone talvolta una gran parte, o anche scorrendola tutta, per il lungo e per il largo. Nel momento di cui parliamo, il lazzeretto non serviva che per deposito delle mercanzie soggette a contumacia.
I Promessi Sposi, capitolo 28
Immagine di copertina: bozza illustrazione per l’edizione dei Promessi Sposi del 1840, Biblioteca Braidense
Articolo aggiornato il 8 Giugno 2022 da eccoLecco