Alessandro Manzoni nell’arte
Scopriamo i suoi ritratti realizzati da Molteni e Hayez
Alessandro Manzoni è divenuto celebre per aver scritto il capolavoro letterario I Promessi Sposi, ma di lui abbiamo poche immagini, infatti è noto che a don Lisander non piacesse farsi riprendere, sebbene esistano più ritratti che lo raffigurano in diverse età della vita.
Su tutti i ritratti dello scrittore primeggia in assoluto quello realizzato dal suo amico pittore Francesco Hayez, restaurato di recente e ospitato presso la Pinacoteca di Brera di Milano, successivo per realizzazione al ritratto effettuato da Giuseppe Molteni che lo ritrae con Lecco sullo sfondo.
Il ritratto di Alessandro Manzoni di Hayez
Il ritratto di Manzoni ad opera di Francesco Hayez, terminato il 26 giugno 1841, è stato commissionato dalla seconda moglie Teresa Borri Stampa e dal figlio di lei Stefano nel 1840.
Si dice che ci vollero ben quindici sedute perché il pittore potesse terminare il quadro realizzandolo dal vero.
La posa naturale del letterato seduto su una poltrona che nella mano sinistra tiene una tabacchiera: l’immagine di un Manzoni famigliare, che risalta da solo su uno sfondo scuro con bagliore attorno al busto.
La tela di lino misura cm 119x93x2, ed è montata su un telaio ligneo.
Ritratto di Manzoni, F. Hayez, 1841 – Pinacoteca di Brera Milano
Il ritratto di Alessandro Manzoni di Molteni e D’Azeglio
Il primo a ritrarre Alessandro Manzoni fu Giuseppe Molteni che condivideva lo studio con Massimo d’Azeglio, vedovo di Giulia, una delle figlie di Manzoni, scomparsa nel 1834 dopo solo tre anni di matrimonio.
Il ritratto venne dipinto nel 1835 e si trova attualmente presso la Pinacoteca di Brera a Milano.
Questo è un quadro realizzato a quattro mani, che ritrae lo scrittore in piedi con in mano il suo romanzo I Promessi Sposi, e sullo sfondo “quel ramo del lago di Como“, di cui si vede sulla sinistra il ponte Azzone Visconti.
Questo ritratto non è mai stato esposto per volere dello stesso Manzoni e di questo esiste documentazione in una lettera inviata a Molteni in data 6 settembre 1835, nella quale lo scrittore ricorda all’autore che quando “a d’Azeglio venne il capriccio di volere su una tela un povero soggetto e un lavoro squisito, io gli protestai che la cosa doveva rimanere privatissima, e sempre che ne venne il discorso, ho escluso espressamente l’esposizione”.
Di questo quadro esiste una seconda versione di questo ritratto, nel quale non compare più lo sfondo, ma solo Alessandro Manzoni.
Le dimensioni sono ridotte: cm 62×52
Articolo aggiornato il 8 Giugno 2022 da eccoLecco