I Promessi Sposi
Riassunto Capitolo 2
Dopo la minaccia ricevuta dai Bravi, come indicato nel riassunto del capitolo 1 dei Promessi Sposi, Don Abbondio trascorre una notte agitata, “spesa in consulte angosciose“. Alla fine decise che doveva solo prendere tempo con “quel ragazzone“, che la “sua antica esperienza” gli avrebbe dato “gran vantaggio sur un giovinetto ignorante!“.
E fu così che all’indomani Renzo Tramaglino si presenta al curato “con una cert’aria di festa e nello stesso tempo di braveria“, per prendere accordi sull’ora per celebrare il matrimonio. Le nozze si sarebbero dovuto celebrare lo stesso giorno, ma Don Abbondio dice che ci sono “degli imbrogli” e poi adduce come scusa le “formalità” necessarie per “fare un matrimonio in regola” e proferisce parole in latino per impressionare il giovane. Dice che deve effettuare altre ricerche e chiede a Renzo di pazientare “qualche giorno“, aggiungendo che “in quindici giorni…” espleterà le formalità richieste.
Renzo è arrabbiato e dice che avrà “pazienza per una settimana” ed esce per andare ad informare la sua “promessa” Lucia. Mentre cammina, mette insieme tutte le stranezze ravvisate nel comportamento e nelle parole di Don Abbondio, che gli fanno pensare ci sia “sotto un mistero diverso da quello che Don Abbondio aveva voluto far credere“.
Appena fuori la casa del curato, Perpetua stava entrando nell’orto e Renzo la chiama. Perpetua non riesce a tacere, nonostante il giuramento prestato a Don Abbondio e si tradisce con le sue stesse parole, dicendo che non conosce “i segreti” del suo “padrone“, che lei non può dire niente perché non sa niente, aggiungendo che il suo padrone “non vuol far torto… lui non ci ha colpa“. Incalzata da Renzo che le chiede chi ha colpa, Perpetua aggiunge che “c’è bene a questo mondo de’ birboni, de’ prepotenti, degli uomini senza timor di Dio…“.
Renzo vuole sapere chi siano questi prepotenti ma Perpetua entra nell’orto e chiude l’uscio. Renzo invece si precipita da Don Abbondio chiedendogli – “chi è quel prepotente?“. Inizia così un botta e risposta: domande da parte di Renzo e mezze risposte da parte di Don Abbondio. Sono momenti concitati, tanto che ad un certo punto Renzo mette mano anche al coltello “che gli usciva dal taschino“. Renzo non gli dà tregua e gli dice – “dunque parli“. È così che finalmente il curato pronuncia “in fretta” il nome di Don Rodrigo.
Renzo “tra la rabbia e la confusione” resta immobile “col capo basso” e poi decide di andarsene. Cammina “a passi infuriati verso casa, senza aver determinato quel che” deve fare. La sua mente è pervasa da brutte idee, “il suo cuore” non batte “che per per l’omicidio”, vorrebbe “correre alla casa di don Rodrigo, afferrarlo per il collo, e…“, vorrebbe “prendere il suo schioppo.. appiattarsi dietro una siepe” in attesa che comparisse “lo scellerato“, ma appena pensa a Lucia il suo stato d’animo, agitato e in preda alla vendetta, viene pervaso dai “migliori pensieri” e si ricorda “di Dio, della Madonna e de’ santi“. “… il pensiero di Lucia, quanti pensieri tirava seco!“.
Così si reca alla casa della sua amata, che si stava preparando per il matrimonio e chiede ad una ragazza di chiamare Lucia e tirarla “in disparte” perché doveva parlarle. Lucia esce “tutta attillata dalle mani della madre“, Agnese, e va da Renzo, che la informa che il matrimonio è rimandato e le racconta “la storia di quella mattina“. Lucia ascolta “con angoscia” e quando ode il nome di don Rodrigo arrossisce e trema dicendo – “fino a questo segno!“, quindi congeda tutte le donne dicendo che “il signor curato è ammalato; e oggi non si fa nulla“.
Qualche comare si reca all’uscio del curato per verificare che sia ammalato davvero e Perpetua dalla finestra dice “un febbrone“.
Articolo aggiornato il 8 Giugno 2022 da eccoLecco