I Promessi Sposi
Riassunto Capitolo 22
Dopo aver passato una notte insonne, all’albeggiare, l’Innominato sente un grande scampanio in lontananza e si chiede il motivo. Si affaccia alla finestra e vede uomini, donne e bambini che si dirigono nella stessa direzione. Vuole sapere cosa sta succedendo, è molto curioso (vedi riassunto capitolo 21).
Il bravo lo informa che il giorno precedente era arrivato il cardinale Federigo Borromeo, arcivescovo di Milano, e che si sarebbe fermato in questo posto tutto il giorno. Il narratore non ci indica dove precisamente, ma ci dice che “si scampanava più per allegria, che per avvertir la gente“.
L’Innominato, rimasto solo, continua a guardare giù per la valle sempre più pensieroso. Si domanda perché tutte quelle persone siano così allegre e premurose solo per vedere un uomo. Si risponde da solo dicendo che “ognuno di costoro avrà il suo diavolo che lo tormenti“.
Infine si decide che deve andare a parlargli, vuole parlargli a quattrocchi.
Finisce di vestirsi in fretta in tenuta militare, prende due pistole ed una carabina, il cappello ed esce dalla camera.
Va a bussare alla porta dove si trovava Lucia, entra e la vede “rannicchiata nel suo cantuccio e quieta“.
L’Innominato si premura con la vecchia affinché la giovane possa continuare a dormire e al suo risveglio che la rassicurasse in merito al fatto che il padrone era andato via per poco tempo e sarebbe tornato per fare tutto ciò che voleva.
Così esce dal castello per andare verso il luogo dove si trova il cardinale.
Il manoscritto non dice quanto ci fosse dal castello al paese dov’era il cardinale; ma dai fatti che siam per raccontare, risulta che non doveva esser più che una lunga passeggiata. Dal solo accorrere de’ valligiani, e anche di gente più lontana, a quel paese, questo non si potrebbe argomentare; giacchè nelle memorie di quel tempo troviamo che da venti e più miglia veniva gente in folla, per veder Federigo.
Arrivato al paese, trova una grande folla, ma il suo nome passa veloce di bocca in bocca e la folla si apre al suo procedere. Si avvicina ad un presente per chiedere dove fosse il cardinale, questo gli risponde -“in casa del curato” -.
Entra in un cortiletto dove ci sono molti preti, che lo guardano “con un’attenzione maravigliata e sospettosa“.
Vede un uscio spalancato, si leva la carabina appoggiandola nel cortile, quindi entra nel salottino, dove altre persone lo guardano e bisbigliano.
Rinnova la richiesta di sapere dove si trovi il cardinale, perché desidera parlargli.
Un uomo chiama il cappellano crocifero, che si inchina all’Innominato e ascolta quali siano le sue intenzioni. Al termine gli risponde che non sa “monsignore illustrissimo” in questo momento dove sia e se possa, ma andrà a vedere.
(…) a malincorpo a far l’imbasciata nella stanza vicina, dove si trovava il cardinale.
Qui si ferma la descrizione della visita dell’Innominato al cardinale e Manzoni ci apre una digressione sulla figura del cardinale Federico Borromeo, cugino del più famoso e santo Carlo Borromeo.
Ci viene rappresenta la sua storia: dalla nascita, alla scelta di intraprendere la carriera ecclesiastica e quindi la sua nomina ad arcivescovo di Milano.
Il realismo storico manzoniano si mostra evidente con la scelta di un personaggio storico realmente esistito.
Non indichiamo qui la descrizione del carattere e del profilo umano del religioso, ma vi indichiamo il relativo articolo sul cardinale Federigo Borromeo.
Articolo aggiornato il 4 Ottobre 2023 da eccoLecco