Mantova e Sabbioneta: l’espressione rinascimentale e i Gonzaga
Mantova e Sabbioneta, sebbene siano due città distinte, sono state iscritte unitamente nel 2008 nel Patrimonio Unesco dell’umanità e sono tra i siti Unesco in Lombardia.
Motivo?
Offrono una testimonianza eccezionale delle realizzazioni urbane, architettoniche e artistiche del Rinascimento. Entrambe sono espressione di una delle più evolute famiglie dell’epoca, i Gonzaga.
Mantova
Mantova ha una storia molto antica, infatti è di fondazione etrusco – romana, riscontrabili ancora dei segni in piazza Sordello, la parte più alta della città, ma indubbiamente lega il suo nome e la sua gloria alla dinastia dei Gonzaga che vi regna per quasi 400 anni.
All’inizio del Trecento (1328) i Gonzaga cacciano da Mantova i Bonacolsi, iniziando così a governare la città a favore della stessa città per dare anche tanti servizi ai cittadini.
Si può dire che i Gonzaga danno il via ad una renovatio urbis: in particolare Ludovico II desidera una città diversa da quella di prima e finanzia la realizzazione della Chiesa di Sant’Andrea, che doveva ospitare la reliquia dei Sacri Vasi che contengono il sangue di Cristo, avvalendosi del genio di Leon Battista Alberti e del suo allievo Luca Fancelli, che sono rispettivamente il progettista e l’esecutore anche della Chiesa di S. Sebastiano.
Mantova è una città circondata da tre laghi, che altro non sono che l’allargamento del fiume Mincio, così realizzato dal bergamasco Alberto Pitentino, che nel XII secolo creò un imponente sbarramento sul fiume Mincio, creando così il Lago Superiore, il Lago di Mezzo ed il Lago Inferiore.
Oggigiorno i tre laghi che abbracciano Mantova a semicerchio fanno parte del Parco del Mincio.
Partendo da piazza Sordello, la parte più antica di Mantova, che ospita:
- Palazzo Ducale, il palazzo di rappresentanza dei Gonzaga
- il Duomo
- Palazzo Vescovile
- Palazzo Bonacolsi
- Palazzo Castiglioni
- e la Torre della Gabbia
e percorrendo l‘asse viario principale che porta a Palazzo Te, troviamo:
- Piazza del Broletto, con i monumenti del periodo comunale tra cui il Palazzo della Ragione e la Torre dell’orologio
- Piazza delle Erbe dove è stata edificata la Basilica di Sant’Andrea.
Prima di raggiungere Palazzo Te è possibile vedere la Casa del Mantegna, il Tempio di San Sebastiano e il Palazzo San Sebastiano, voluto da Francesco II Gonzaga, attualmente sede del museo cittadino.
Al termine di questo asse possiamo ammirare Palazzo Te, voluto da Federico II Gonzaga, progettato e realizzato da Giulio Romano.
Sabbioneta
La città di Sabbioneta deve la sua rifondazione a Vespasiano, cadetto dei Gonzaga, che tra il 1554 e il 1591 (anno della sua morte), fonda nuovamente la città di origine romana.
Parte dal castello eretto ai primi del Cinquecento da suo nonno e riadatta le mura di cinta a forma pentagonale, creando una fortificazione a forma esagonale, al cui interno si sviluppa un sistema di vie all’antica, con il cardo ed il decumano.
Interessante è il perché di questo cambio della forma della cinta muraria, che attiene alla data di nascita di Vespasiano: 6 dicembre 1531.
La cinta fortificata si inserisce in un quadrato: la distanza tra i 4 punti cardinali e di due assi (cardo e decumano) corrisponde alla distanza tra sole ed orizzonte all’alba del suo giorno di nascita.
6 e 12 sono numeri che ritroviamo nell’architettura di Sabbioneta: 6 ad esempio sono i bastioni a cuneo e 12 al quadrato (144) sono i metri della lunghezza della galleria.
Video YouTube realizzato da MiC_Italia per RAI Cultura
Articolo aggiornato il 23 Maggio 2022 da eccoLecco