Giuseppe Parini nasce a Bosisio in Brianza e rappresenta uno dei principali interpreti del pensiero Illuminista della letteratura italiana.
Giuseppe Parini: il poeta della Brianza
Giuseppe Parini (Bosisio, 23 maggio 1729 – Milano, 15 agosto 1799) è uno dei principali interpreti del pensiero Illuminista della letteratura italiana.
Nasce a Bosisio, un piccolo paese della Brianza, che poi in segno di riconoscimento verso il poeta, aggiunge al nome il cognome dello scrittore.
Una figura forse poco conosciuta, sebbene abbia un profilo interessante per quanto ha rappresentato nel periodo dell’Illuminismo.
Giuseppe Parini: la vita
- 1729 / Nasce in una famiglia modesta: il padre era un venditore di stoffe e Giuseppe a 10 anni si trasferì a Milano da una vecchia prozia che lo mantiene negli studi e che alla morte gli lascia una piccola eredità, con il vincolo che egli prosegua gli studi clericali.
- 1752 / Il Parini frequentò le scuole dei barnabiti di S. Alessandro, dove consegue il diploma nel 1752 e proprio nello stesso anno pubblica un libretto poetico, dal titolo Alcune poesie di Ripano Eupilino, dove Ripano è l’anagramma del cognome del poeta, mentre Eupilino è il nome latino del lago di Pusiano.
- 1753 / Entra nell’Accademia dei Trasformati, dove assapora e vive una cultura più aperta, quasi cosmopolita. Questo periodo è prolifico per il Parini, che scrive diverse opere, tra le quali si ricorda in maniera particolare il Dialogo sopra la nobiltà che, databile al 1757 circa, e si collega dal punto di vista ideologico ai grandi pensatori dell’Illuminismo francese (da Montesquieu a Voltaire e a Rousseau).
- Dal 1754 al 1762 / Lavora come precettore presso i Duchi Serbelloni, ma un diverbio con la duchessa metta fine al suo operato, passando poi dal 1763 al 1768 al servizio di un’altra famiglia di nobili, gli Imbonati. Qui Parini è precettore di un adolescente Carlo Imbonati, che ritroveremo poi convivente di Giulia Beccaria, madre di Alessandro Manzoni.
- Dal 1763 fino al 1799 / Il poeta si dedica alla sua opera più importante e rimasta incompiuta: Il Giorno. E’ un poema composto da 4 poemetti di versi endecasillabi, che ci raccontano la vita di un giovine signore della nobiltà milanese dal momento in cui si alza a quando va a dormire, i poemetti si intitolano infatti: Il mattino, Il mezzogiorno, Il vespro, La notte. Gli ultimi due sono stati pubblicati solo dopo la sua morte nel 1801. Il giovane non parla mai, è il precettore che ce lo descrive nella sua frivolezza.
La pubblicazione del Giorno gli diede fama, tanto che il conte Firmian, che rappresentava Maria Teresa d’Austria in Lombardia, lo nominò nel 1768 poeta ufficiale del Regio Ducale Teatro. Parini cura i prologhi di diverse opere e compone diverse feste teatrali, tra i quali Ascanio in Alba, in occasione delle nozze del Duca Ferdinando con Beatrice d’Este, che vide come compositore per la musica della festa il musicista di Salisburgo, Mozart.
- Fine 1768 / Viene nominato direttore del settimanale La Gazzetta di Milano, incarico che riveste anche nell’anno successivo.
- 1769 / A Giuseppe Parini viene assegnato la cattedra per l’insegnamento di belle lettere alle scuole Palatine, che mantiene anche dopo il trasferimento nel palazzo di Brera (1773) e la fusione con il regio ginnasio (1786). Intrattiene un’intensa attività di collaborazioni con diversi artisti di Brera.
- 15 agosto 1799 / Parini muore nel suo appartamento di Brera.
L’eredità di Giuseppe Parini
Parini lasciò in eredità, con testamento redatto il 15 ottobre 1798, i propri averi, compresi i suoi manoscritti ai suoi nipoti, i quali però vennero poi messi all’asta o anche andarono dispersi, fintanto che un allievo fedele del maestro, Francesco Reina, riuscì ad acquistarne una parte, dando vita all’edizione integrale delle opere, uscita in sei volumi tra il 1801 e il 1804 presso il Genio tipografico di Milano. Dal Reina passarono poi in mano di Felice Bellotti e da costui ai suoi eredi, fino al 1910 quando Cristoforo Bellotti li donò alla Biblioteca Ambrosiana di Milano, dove sono attualmente conservati.
Nota – Se qualcuno si chiedesse dove può porgere tributo alle spoglie del poeta, purtroppo le stesse sono andate perse. Ad inizio (1804) Ottocento Napoleone emise l’editto di Saint Claud,che fu esteso al Regno d’Italia nel 1806, il quale prescriveva che le tombe venissero poste al di fuori delle mure cittadina. A seguito di ciò le spoglie di Parini, furono messe in una fossa comune presso il cimitero di Porta Comasina, e rimase così senza tomba.
Curiosità – all’Accademia di Brera a Milano si può ammirare il monumento a lui dedicato ad opera di Gaetano Monti.
Fonte: enciclopedia Treccani
Guarda il video che riassume la vita e le opere di Giuseppe Parini
Articolo aggiornato il 29 Agosto 2022 da eccoLecco