I sogni nel vento. Un racconto tra spaventapasseri nel bosco ai piedi della Grignetta.
I sogni nel vento nel bosco ai piedi della Grignetta.
Gli spaventapasseri dell’artista Luisa Rota Sperti.
Un giorno d’estate, fa caldo e decidi di prendere l’auto e salire ai Piani Resinelli. In meno di mezz’ora ti ritrovi a 1400 metri e inizi a respirare. La calura l’abbiamo lasciata in città. Evviva!
E’ mattina e allora si va a camminare nel parco Valentino per raggiungere il Belvedere e godersi il fantastico panorama. Un’ escursione facile facile, davvero adatta e consigliatissima a tutti.
Ci si ferma per fare foto, per guardarsi attorno, perché la curiosità ci accompagna sempre. Così, al rientro alla base, ovvero ai piedi del grattacielo, si è fatto quasi mezzogiorno. Che si fa? Dove si mangia? Decidiamo di riprendere l’auto e salire al rifugio Porta. Attenzione che non ci si arriva direttamente con l’auto: 5/10 minuti a piedi sono obbligati!
Pranziamo e poi niente pennica sull’amaca, si va a fare una camminatina nel bosco dietro e… sorpresa! Cosa vedono i nostri occhi?
Un bosco abitato da strani personaggi, colorati, particolarissimi, ma cosa sono? Ci sono i pannelli informativi e scopriamo essere gli spaventapasseri dell’artista locale Luisa Rota Sperti.
Il titolo, già di per sé, dice tutto: “I sogni nel vento”. E davvero è come ritornare bambini nel vedere questi spaventapasseri, ognuno con la propria storia, con il proprio io.
Cosa ci ha colpito maggiormente? La creatività formidabile dell’artista nell’avere utilizzato materiale di riciclo, dal quale sono nati questi personaggi. E’ arte, che forse nel contesto di un bosco viene così maggiormente esaltata da restare impressa, bambino o adulto che tu sia.
E allora… non ti rubiamo altro tempo, anzi ti invitiamo a fare un salto e vivere di persona i sogni nel vento, a fare conoscenza con questi spaventapasseri dal vivo.
E se hai bambini allora sarà ancora più magico.
Di seguito riportiamo la presentazione che si trova all’inizio del percorso, e poi… inizia a fare un viaggio fotografico! Ma non perderti l’esperienza reale: allestimento fino a fine settembre.
Immagine di copertina © eccoLecco
Articolo aggiornato il 9 Giugno 2022 da eccoLecco
SOGNI NEL VENTO
Gli spaventapasseri di Luisa Rota Sperti
Abitano tra gli ulivi e conoscono i venti: la Breva e il Tivano in perenne altalena. Così il Lario – che forse sta per Lawar, via incavata nella roccia – si increspa e il Genius loci si risveglia. Eccolo: prima sbircia il lago, poi le montagne ai suoi fianchi col potente Sasso Cavallo e infine si ferma a metà, sulla collina di quelli che danzano al vento. Simpatici personaggi, pensa: li sente chiamare “spaventapasseri”, come se dovessero far paura, ma lui, per loro, prova soltanto una grande tenerezza.
Li aveva visti arrivare, un giorno, portati dalla piccola Luisa che li chiamava per nome e, stupendosi di se stesso di solito tanto perspicace, ci aveva messo un po’ a capire che erano opera delle sue mani Delle mani di Luisa, si intende, che sapevano prendersi cura dell’orto ma che diventavano veramente magiche quando guidavano la matita sul foglio bianco. Così, aveva pensato il Genius loci, c’era dell’altro: non soltanto infinite variazioni di minuscoli dettagli sulla carta, quasi a voler sviscerare l’essenza delle cose togliendo loro ogni corollario per arrivare a quel grigio ferro che forse è il colore delle idee, ma anche forme più grandi, tridimensionali e necessariamente abbozzate, in emozionante contrasto con l’assoluta precisione di quei disegni dove nulla è casuale.
Abituato al fittissimo contrappunto delle matite, a quella rigorosa polifonia di linee di cui soltanto l’occhio attento, a pochi centimetri di distanza, riesce a cogliere il meraviglioso intersecarsi e distinguersi, il Genius loci si era trovato spiazzato, colpito in pieno da un rustico canto di contadini: una faccenda orecchiabile, dai colori esuberanti che spiccavano anche da lontano, persino dalla collina accanto. Luisa l’aveva sconvolto: proprio lei, quella della ricerca senza tregua sulla carta, sembrava aver ceduto alla tentazione dei discorsi più popolari, alla strada in discesa di certi artisti che non sentono il bisogno asfissiante – eppure insopprimibile – di dimostrare a se stessi la validità delle proprie opere.
Spaventapasseri: due rami incrociati, filo di ferro e quello che capita. Il Genius loci però aveva voluto avvicinarsi, un po’ deluso ma anche un po’ curioso, e vedendo meglio aveva compreso che c’era dell’altro, che ciascuna di quelle creature raccontava a modo suo la propria storia. Un telo d’ombrello, un cesto, una camicia e un cappello: da vicino era possibile riconoscerli, ricordare da dove arrivavano e a chi erano appartenuti. Ecco: Luisa non l’aveva tradito, non si era liberata dell’ossessione dei simboli e lui, che aveva scovato il nesso che inconsciamente cercava, era felice.
Guardando quei dondolanti spaventapasseri (che si guardavano tra loro) aveva cominciato a considerarli benevolmente e quando un giorno, salendo lungo la vai Meria per far visita al Sasso Cavallo, si era seduto e appisolato davanti all’ingresso della grotta del Ram, aveva sognato uomini impazziti e animali in fuga, con centinaia di piccoli volatili che andavano a rifugiarsi, tremanti di paura, tra le pieghe amiche degli spaventapasseri.
Carlo Caccia