Il saper fare liutario cremonese è patrimonio Unesco della Lombardia dal 2012
Cremona è famosa per le tre T, in dialetto locale “turòon, turàs, tetàs”, ma dal 2012 annovera un ben più prestigioso riconoscimento, infatti il saper fare liutario cremonese è stato registrato nel patrimonio immateriale dell’Umanità, è entrato nei beni Unesco il 5 dicembre 2012.
La storia della tradizione liutaria di Cremona
- Andrea Amati (Cremona, 1505/1510 – Cremona, 24 dicembre 1577)
La liuteria tradizionale cremonese e l’arte liutaria nascono nel Cinquecento grazie alla figura di Andrea Amati che il 27 febbraio 1539 firma un contratto di affitto per un immobile da adibire a casa con bottega, che tramanda poi ai figli Antonio e Girolamo e quindi al nipote Niccolò.
Amati vive in un periodo storico contrassegnato da forti guerre religiose, dal Concilio di Trento e i suoi strumenti per allietare le corti sono l’esempio della sua forte difesa della riforma cattolica contro il tradimento e l’eresia di Filippo II di Spagna: tra questi uno reca raffigurato lo stemma di Filippo II con il motto “Quo unico propugnaculo stat stabile religio“, che significa “Affinchè unico baluardo sia e resti la religione”, e qualche anno più tardi ne crea altri per la corte di Carlo IX, imperatore di Francia e figlio di Caterina De Medici, decorati con le armi dell’imperatore e dal motto “Pietate et Justitia” ovvero “Pietà e giustizia“.
Strumenti per fare musica che diventano mezzi di comunicazione del potere di due grandi monarchie europee.
Muore nel 1577 lasciando una grande eredità che ritroviamo poi nel DNA della liuteria cremonese.
- Andrea Guarnieri (Cremona, 1623 – Cremona, 7 dicembre 1698)
Andrea Guarneri è il capostitite della famiglia Guarneri e allievo di Niccolò Amati. Dopo di lui tramandano l’arte liutaria i figli Pietro Giovanni (1655 – 1720), Giuseppe Giovanni Battista (1666 – 1740), il nipote Pietro (1695 – 1762), il nipote Giuseppe (1698 – 1744), conosciuto come Giuseppe Guarneri del Gesù per la sigla della sua etichetta IHS posta accanto alla sua firma.
E’ lui il liutaio Guarneri più rinomato al quale si lega il violino Guarneri più famoso, creato nel 1743 e chiamato anche il Cannone: il violino di Paganini.
- Antonio Stradivari ( Cremona, prob. 1643 – Cremona, 1737)
Lavora nella bottega del nipote di Andrea Amati, ovvero Niccolò Amati, fin quando nel 1680 acquista una casa in piazza S. Domenico, l’attuale piazza Roma, dove apre la sua bottega. Qui lavora fino alla sua morte avvenuta nel 1737.
Chi non ha mai sentito nominare Stradivari e chi non associa il suo nome immediatamente ai famosissimi violini Stradivari?
I violini Stradivari sono delle vere e proprie opere d’arte e hanno un valore inestimabile. Oltre ad essere contraddistinti da una pregiata manifattura, sono famosi per il loro suono vibrante, caldo e ricco di armonici, che tanti liutai hanno tentato di riprodurre senza successo.
Possiamo dire che con Stradivari si è raggiunto davvero l’apice del saper fare liutario cremonese.
L’arte liutaria cremonese
L’arte liutaria cremonese rappresenta l’arte di realizzare gli strumenti musicali ad arco, in particolare il violino, secondo i canoni stabiliti dai grandi maestri liutai del passato, partendo da Andrea Amati. Un’arte artigianale che richiede conoscenze approfondite e tecniche di lavorazione precise: una tradizione che si tramanda dal Cinquecento fino ai giorni nostri.
Nel corso dei secoli a Cremona si è tramandato questo saper fare liutario tanto che Cremona è conosciuta anche come la città del violino.
Vedi il video del saper fare liutario di Cremona
Il saper fare liutario cremonese in numeri
- 141 botteghe specializzate di cui:
- 93 italiane con 71 di maestri cremonesi
- 48 straniere con 25 maestri provenienti da Paesi non europei
- 220 ore di lavoro per costruire un violino
- 70 pezzi di legno per costruire un violino
Curiosità che lega Lecco a Cremona
Il compositore Amilcare Ponchielli è di Cremona (31 agosto 1834 – 16 gennaio 1886) ed è legato da una forte amicizia con il librettista lecchese, Antonio Ghislanzoni, che scrisse il libretto per l’Aida di Giuseppe Verde.
Il Ponchielli viene a Lecco in viaggio di nozze con la sua sposa, Teresa Brambilla, cantante lirica che interpreterà il ruolo di Lucia nella sua opera lirica I Promessi Sposi, e proprio a Lecco decide di far costruire una villa vicina a Villa Brasilia del compositore brasiliano Antônio Carlos Gomes, ora sede della Scuola Civica di Musica Zeliloli e immersa in un bellissimo parco, il parco di Villa Gomes.
Dove dormire e soggiornare a Cremona
Booking.comFonti: Museo del Violino, Enciclopedia Treccani
Articolo aggiornato il 4 Ottobre 2023 da eccoLecco