La farina di grano saraceno è sinonimo di Valtellina e pizzoccheri.
Farina di grano saraceno: l’ingrediente principale dei Pizzoccheri
Il grano saraceno, in dialetto chiamato furmentùn, ha fatto un lungo viaggio prima di arrivare in Italia: originario delle regioni asiatiche della Manciuria, viene introdotto in Europa dai nomadi di matrice non cristiana provenienti dalle regioni asiatiche, i quali si accontentavano di arrostirne i semi per cibarsi nei loro spostamenti. Il grano saraceno è giunto in Europa anche attraverso le vie commerciali marittime.
In Italia abbiamo il primo riscontro a metà del XVI secolo: la pianta è documentata per la prima volta in un atto relativo alle proprietà della famiglia Besta di Teglio in Valtellina con il nome di formentone.
Il grano saraceno è stato uno degli alimenti fondamentali nella dieta dei contadini della Valtellina e dell’intero arco alpino fino all’inizio del secolo scorso. Si raccoglie nel mese di ottobre ma si consuma sotto forma di farina e quindi è disponibile tutto l’anno. Considerata una farina poco pregiata, la polenta “nera” era considerata il cibo dei poveri, oggi possiamo dire che è un piatto forte della cucina valtellinese, impiegata per la realizzazione dei pizzoccheri, della polenta taragna, prelibatezze culinarie.
Zona di produzione: comune di Teglio (Grossotto), in provincia di Sondrio.
Articolo aggiornato il 8 Giugno 2022 da eccoLecco